lunedì 21 marzo 2011

Beth Marie Bolton "musica in culla" Vallecrosia IM 13 Aprile 2011










Diplomata in fagotto e lauerata con lode in Educazione Musicale al Ft. Hays State University, successivamente vince il Dottorato alla Temple University. Svolge attività di Docenza in numerose istituzioni Statunitensi dal 1973, Attualmente è direttore didattico della Fondazione Early Childhood Music Temple Univesity Philadelphia (USA). Tiene conferenze e seminari, anche per la Temple University ed il Gordon Institute of Music, in tutto il mondo. Ha al suo attivo numerose incisioni, articoli e pubblicazioni dedicati principalmente all’apprendimento musicale per la prima infanzia Early Childood Music). Svolge inoltre intensa attività di ricerca per Istituzioni Statunitensi.




per info e contatti:



E ADESSO........MUSICA
(intervista a Beth M. Bolton 30-10-2000)
L'educazione musicale può iniziare dalla nascita, secondo la Music Learning Theory di E.E.Gordon, una teoria di apprendimento musicale dedicata alla primissima infanzia. Abbiamo incontrato una delle maggiori esponenti di questa innovativa modalità didattica, in Novembre a Roma per un workshop proprio concernente questi argomenti, presso la Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia. Lei si chiama Beth Bolton, vive e insegna negli USA, a Philadelphia, e porta il suo contributo di ricerca e insegnamento in tutto il mondo dopo aver lavorato a lungo a fianco del ricercatore che ha messo a punto la M. L. T. Nonostante questo è rimasta intatta la sua carica umana e la sua grande attenzione all'educazione dei bambini, sua unica vera grande passione, come lei stessa li definisce; sentirla e vederla insegnare è stata sicuramente una forte esperienza per i numerosi insegnanti che hanno partecipato al suo workshop.





.......A colloquio con Beth M. Bolton, professore per l'educazione musicale presso il College of Music 'Esther Boye' della Temple University di Philadelphia, USA.


Chi è Beth M. Bolton, e come ha incontrato la Music Learning Theory?

Sono stata insegnante di musica nelle scuole per 17 anni , ho lavorato principalmente con ragazzi tra i 6 e i 12 anni e notavo frequentemente che il metodo che usavo per insegnare era efficace per alcuni ragazzi ma non per altri. Avevo imparato la "teoria dell'insegnamento", ma non avevo imparato a "imparare" dai bambini. Dopo quei 17 anni mi sono imbattuta in una teoria dell'educazione musicale secondo la quale insegnare si basa sulle modalità di apprendimento di ciascun bambino. Allora ho iniziato ad osservare la risposta naturale del bambino alla musica, e a farmi guidare da essa nell' insegnamento, ed è subito diventato molto eccitante insegnare in questo modo, perchè questo modo "onora" e rispetta il bambino, onora la sua risposta alla musica, il suo sviluppo, sia cronologico che psicologico ed emotivo, ed onora il suo bisogno di giocare, poichè la maggior parte di questo scambio musicale tra genitori, bambini, e insegnanti implica il gioco, uno dei mezzi di comunicazione pi naturale per i piccoli. La musica diventa gioiosa, giocabile, uno scambio tra "grandi" e "piccoli" in cui entrambi sono vincitori e traggono benefici. Imparare ad insegnare in modo che i bambini possano "ricevere" la musica ha fatto della musica e dei bambini una parte estremamente importante della mia vita.




Doctor Bolton, c'è qualcosa riguardo l'educazione musicale per i piccolissimi, che veramente vorrebbe che tutti sapessero?
Un messaggio che voglio assolutamente che i genitori e gli adulti conoscano, è che è molto importante per il bambino sentir cantare quando è molto piccolo, cosi che la musica divenga da subito familiare Ascoltare la musica dalla madre e dal padre diventa per il bambino un linguaggio, quando i genitori cantano con il bimbo c'è anche lo scambio di un bellissimo sentimento emotivo; è una cosa naturale, positiva amorevole e aiuta la famiglia a diventare più unita. Questi sono alcuni dei "ragionamenti" che stanno portando avanti in alcune nazioni come Australia, Nuova Zelanda ,Svezia, Scozia, oltre che in America: i genitori che fanno musica con i bambini creano una amorevole emozionante atmosfera. E noi stiamo finalmente osservando la stessa cosa negli U.S.A.; alcuni genitori mi hanno recentemente parlato circa la loro esperienza musicale con i bambini, dove la musica è sentita come un esperienza spirituale. Noi intendiamo essere una guida educativa per il bambino e per le famiglie che stanno cominciando a sentire alcuni cambiamenti spirituali ed emotivi, e io penso che sia molto importante per i genitori fare questa esperienza tra madre, padre e figli (e non solo). Esiste una ricerca negli Stati Uniti che afferma che ascoltare musica rende i bambini più intelligenti, ma non ci sono dati scientifici che la supportino. Io credo però abbastanza probabile che le capacità di apprendimento dei bambini che hanno ascoltato musica siano migliori di quelle che non l'hanno ascoltata.




La realtà sociali, economiche, pedagogiche, culturali ecc. dell'Italia e degli USA sono molto diverse; lei ha notato differenza di reazione tra i bambini italiani e americani, e tra gli insegnanti e didatti dei due paesi?
Credo che quando i bambini sono molto piccoli siano uguali in tutto il mondo, ma quando crescono e specialmente quando imparano una lingua, e soprattutto la propria cultura e le proprie tradizioni , iniziano a comparire alcune differenze . E' difficile parlare di una cultura americana, poichè noi abbiamo veramente tante differenze culturali dovute alla diversa provenienza dei genitori (italiani, ebrei, messicani......); quindi sono a conoscenza del fatto che ci sia forte differenza tra bimbi cresciuti in America e bimbi cresciuti in Italia. Ma ciò non significa che i bambini imparino diversamente a seconda della propria "appartenenza" culturale. Ci sono bambini che crescono e maturano nello stesso modo e con la stessa sequenza non per un fatto culturale ma biologico. Musicalmente non ci dovrebbero quindi essere differenze legate a fattori culturali. Relativamente al fatto di imparare la musica di una cultura, credo che, se un bambino impara a conoscere il linguaggio musicale, cioË molti modi diversi e molti metri diversi, egli ha le basi per capire tutta la musica, non solo quella del proprio paese. Molti credono che sia importante far conoscere ai bimbi la musica specifica della propria cultura, ma io credo che questo sia un problema sociale, che non riguarda strettamente la loro educazione musicale: l'educazione al linguaggio musicale è una educazione al "suono" come mezzo espressivo e comunicativo, e in quanto tale penso che dovrebbe essere applicato e ricevuto egualmente in ogni paese seppur di diversa cultura.






Insegnare ai bambini è una grande responsabilità, quanto conta l'apertura a diverse esperienze e conoscenze nella formazione di un buon educatore?
Poichè l'insegnante è largamente responsabile dell'educazione del bambino, è molto importante che l'insegnante sia di mentalità aperta, abbia operatività ed esperienza, e abbia capacità di accedere ad una gran quantità di conoscenze e di informazioni in molte aree diverse. Un insegnante che conosce solo un metodo può non essere un buon insegnante per ogni tipo di bambino, perchè, per esempio, un particolare bambino può non imparare bene con uno specifico metodo; come ho detto prima dobbiamo essere consci di come i bambini imparano per aiutarli ad imparare. E se un bambino non risponde particolarmente bene ad una modalità didattica, l'insegnante dovrebbe avere competenze relative ad altre modalità e dovrebbe essere capace di insegnare in molti metodi diversi. Quindi , un insegnante che conosce un solo metodo, sa insegnare in un solo modo. La differenza tra l'essere un insegnante e l'essere un educatore è che quest'ultimo conosce molte cose, molti argomenti, molti metodi differenti, ed è capace di aiutare il bambino ad apprendere basandosi sullo stile di apprendimento di ogni singolo bambino.



Adriana Costa, pianista/docente




Inizia giovanissima gli studi sotto la guida della prof. Marisa Semeria Gavino, diplomandosi in pianoforte nel 1989 presso il Conservatorio “N. Paganini” di Genova.
Ha seguito corsi di perfezionamento tenuti dai professori Marek Drewnowsky e Jacqueline Robin.
Ha conseguito la “Medaille de Vermeil” al Corso Superiore di pianoforte dell’Accademia di Musica del Principato di Monaco sotto la guida del prof. Laurent Alonso.
Si è avvicinata alla Musicoterapia con i corsi tenuti a Follonica dai proff. Rota, Rossena, Morini.
Ha collaborato per alcuni anni con l’UNITRE di Ventimiglia-Bordighera come docente di Storia della Musica.
E’ docente di Pianoforte, Teoria e Solfeggio, Storia della Musica presso l'Istituto musicale “G. B. Pergolesi” di Vallecrosia (IM), curando anche la preparazione di allievi che hanno conseguito premi in concorsi nazionali e internazionali.

Esegue concerti di musica classica come solista, in duo (in particolare: Pianoforte e Organo o Harmonium con Marco Peron, Pianoforte e Clarinetto con Claudio Massola) e in formazioni da camera esibendosi in diverse località della Liguria (particolarmente apprezzati quelli di Imperia, Ventimiglia, Savona, Noli); ha eseguito repertori anche tratti dal jazz e dalla musica popolare con formazioni orchestrali a Monaco Principato, Sanremo e altre città italiane e francesi.
Collabora attivamente con cantanti lirici con i quali si esibisce in Italia e Francia (Mentone, Nizza, Cannes); ha così potuto approfondire la conoscenza di brani tratti dai più noti melodrammi e operette.
Da alcuni anni collabora con la Filarmonica "Amici dell'Arte" di Noli (SV).
Con Marco Peron è Maestro accompagnatore del Coro Polifonico Città di Ventimiglia, col quale si esibisce in Italia, in Francia e in Germania, e con cui ha effettuato registrazioni discografiche.

(adrianacostapianista.blogspot.com/)


Venezuela Youth Orchestra - Bernstein - Mambo

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